Ecco
l'antico che con questa antologia torna a muoversi, come è dovere del
sedimento, per farsi nube opaca nel limo, ogni volta che il remo o la pala
scende dalla superficie dell'oggi a muovere il fondo del suo riposo. Se un
testo poetico è risultanza di un tale sommovimento, arriva a prendersi il
merito di ri-flettere: riflettendo, ancora una volta si piega alla necessità di
immaginarsi un passato impossibile da rivivificare tal quale, o da inventare
ogni volta da zero nelle forme, insieme canoniche ed inespressive, della figura
immota che si fa voce, della postura definitiva che si fa canto, della linea
risolta che si fa suono. Così muovendosi, invece, l'antico si sgranchisce le
gambe, l'anchilosi dei significati frantuma i becchi ossei e le creste
calcificate che lo saldano al tempo passato e alle forme "date" una
volta per sempre. L'azione di voce e di suono che rievoca l'antico –
l'azione-di-canto – non può dunque che essere de-canta-azione: e ciò che
durante tale processo resta sospeso è di gran lunga più importante di quanto
alla fine, raggiunto un nuovo stato di riposo, de-posita sul fondo.
La
magia dell'antico consiste pertanto nelle forze tensive che accompagnano il
farsi e il disfarsi, in forme per definizione in-decise, del discorso che lo
ri-evoca. Questo spazio transeunte coincide con lo spazio di praticabilità
simbolica del tramandato, e la citazione arriva nei circuiti allusivi della
poesia come nella casa avita: l'autore riscrive il già detto, arretra dalle
posizioni, oggi non più proponibili e praticabili, della soggettività sensitiva
e sentimentale, per assestarsi nella schiera della molteplicità psichica che
risulta dalle stratificazioni storiche. Ogni esperienza poetica che ripensa
l'antico, e dunque ogni esperienza poetica, non può che consistere, pertanto,,
nel prendere posto nel coro: e corale
si presenta, fin dal titolo, quest'antologia curata da Giuseppe Vetromile
nell'intento di <<rinfocolare il mitico gesto della figlia di Agamennone,
riattualizzandone il sacrificio per inserirlo nella nostra
quotidianità>>. Allo svolgimento del compito viene chiamato dal curatore
un assortimento di sedici autori tutti di sesso femminile, di tutte le generazioni
(la più giovane ha venticinque anni, la meno sessantotto) e di diverse
nazionalità: dieci italiane, due tedesche, due russe, una portoghese,
un'albanese; poetesse dalla voce diversamente catturante, così come in modo
variato viene svolto, nelle stazioni del libro, il tema assegnato: c'è chi
resta all'antico e chi svolge all'attuale, chi guarda al focolare e chi al
vasto mondo. Se il basso continuo dei componimenti antologizzati suona, e non
sarebbe potuto essere diversamente, note dolenti, non mancano tuttavia gli
accenti ironici e sorprendenti. Di tale riassunto non scontato dell'altra metà
del cielo sono autrici: Lucianna Argentino, Victoria Artamonova, Gaetana
Aufiero, Floriana Coppola, Ulrike Draesner, Federica Giordano, Anila Hanxhari,
Giovanna Iorio, Amalia Leo, Ketti Martino, Vera Mocella, Rita pacilio, Regina
Célia Pereira da Silva, Monika Rinck, Anna Tumanova, Vanina Zaccaria.
Eugenio
Lucrezi
(Recensione
di Eugenio Lucrezi apparsa sul nr. 3 della Rivista di poesia
"Levania", dicembre 2014)
Scrive Eugenio Lucrezi. Ringrazio Pino per avermi dato l'occasione di riflettere, con questa iniziativa inedita e sorprendente, sull'antico, e sui suoi lampi riverberanti su questa contemporaneità umana, troppo umana... oggi lo spazio del simbolico troppo si è allargato, sulla sponda opposta a quella che abitiamo il mito sfoca e vieppiù si allontana, si fa polvere: e non ci basta sforzare la vista.
RispondiEliminaScrive Eugenio Lucrezi. Ringrazio Pino per avermi dato l'occasione di riflettere, con questa iniziativa inedita e sorprendente, sull'antico, e sui suoi lampi riverberanti su questa contemporaneità umana, troppo umana... oggi lo spazio del simbolico troppo si è allargato, sulla sponda opposta a quella che abitiamo il mito sfoca e vieppiù si allontana, si fa polvere: e non ci basta sforzare la vista.
RispondiEliminaparlar dell'esaltazione femminile di Ifigenica rimembranza,con il risvolto storico della figlia di Agamennione è quanto esaltar dalle storiche sale del bene culturale già del marchese Nicola <lecaldano Sasso la Terza,qui oggi nell'hotel chiaja,sembra riconfermare il pathos e thanathos di tutte lòe poetesser che ne han fortmulato quest'edizione nel florilwegio artisticoculturale e agonisticospettacolare,col diritto di ascrioversi tutte Acc.Velardiniellane h.c. xkè proprio come il vate cantautore-cantASTORIE DEL'500 E POSTEGGIATORE AMBULANTE CAMPANO DEL SEC.xvi,HAN SAPUTO DESCRIVERE IL SENTIMENTO E L'AMORE CHE è VISCERALE IN OGNUNO DI NOPIO ALLA RICERCA SEMX DELLA PROPRIA IDENTITà.gRAZIE ALLA REGIA DEL VALIDO CLAUDIO FINELLI,SI è POTUTO REALIZZARE QUESTIO GRANDE EVENTO CHE è IL TOP DELLA INTHELLIGHENTIA NAPOLETANA E OLTRE CUI NON TEME CONFRONTI:AD Majopra semx
RispondiEliminaGiorn.Aldo Prof.Zolfino(sto su facebook)3333443294 semx e solo h.10-18